20052015juventus lazio2 1campioni

 

LA DECIMA È NOSTRA!!

 

JUVENTUS-LAZIO 2-1 (1-1 dtr)

RETI: Radu 4' pt, Chiellini 11' pt, Matri 7' pts

JUVENTUS
Storari; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (10' sts Padoin), Vidal, Pirlo, Pogba (33' st Pereyra), Evra; Llorente (39' st Matri), Tevez.
A disposizione: Buffon, Rubinho, Marrone, Ogbonna, De Ceglie, Padoin, Asamoah, Sturaro, Pepe, Coman.
Allenatore: Massimiliano Allegri.

LAZIO
Berisha; De Vrij (1' sts Keita), Gentiletti, Radu (26' st Mauricio); Basta, Parolo, Cataldi, Lulic; Candreva, Klose (37' st Djordjevic), Felipe Anderson.
A disposizione: Marchetti, Strakosha, Braafheid, Cavanda, Ciani, Novaretti, Ledesma, Onazi, Mauri.
Allenatore: Stefano Pioli.

ARBITRO: Orsato
ASSISTENTI: Faverani, Stefani
QUARTO UFFICIALE: Tagliavento
ARBITRI D'AREA: Banti, Mazzoleni

AMMONITI: 18' pt Parolo, 15' st Evra, 19' st Bonucci, 8' pts Matri, 4' sts Candreva

La Decima è nostra. L'abbiamo attesa vent'anni, ma ora che è arrivata, possiamo gridarlo: la Juve è la prima squadra a vincere per dieci volte la Coppa Italia. E farlo con uno scudetto già in tasca e con una finale di Champions all'orizzonte riempie ancora più di orgoglio.

Se l'è dovuta sudare la corazzata di Allegri, fino ai supplementari, fino all'ultimo respiro. Gliela regala un gol di Matri, che su questo trofeo ha lasciato un sigillo fondamentale, prima con la rete che ha aperto la rimonta a Firenze in semifinale e oggi con il gol che decide la sfida contro una Lazio tostissima.

E dire che la gara non inizia come peggio non potrebbe per i bianconeri, perché il primo pallone indirizzato verso la porta di Storari cambia già il risultato. Cataldi batte una punizione dalla tre quarti, concessa per atterramento di Candreva ad opera di Pogba, e Radu stacca in area, piazzando la zuccata nell'angolino alto alla sinistra di Storari.

La Juve ci mette appena sette minuti a rispondere e anche il pareggio nasce da calcio piazzato. Questa volta è Pirlo a crossare, Evra fa da sponda per Chiellini che dal vertice dell'area piccola scarica il sinistro al volo sotto l'incrocio.

Un uno-due simile farebbe pensare a una gara con occasioni a raffica. In realtà di conclusioni verso le due porte non ne arrivano molte, perché le squadre sono attentissime a coprirsi e entrambe adottano un atteggiamento aggressivo nella metà campo avversaria, ma sono anche rapide a ripiegare quando la prima linea del pressing viene superata.

Così per segnare un'occasione si deve aspettare la mezz'ora e in realtà nasce da un errato controllo di Pogba, che a ridosso della propria area addomestica male il pallone con il petto e permette a Parolo di provare il destro, fuori di un soffio.

Ben più manovrata l'azione che si sviluppa al 39' con Pogba bravissimo a lanciare Evra nello spazio e Tevez che colpisce male il traversone rasoterra del francese.
Due minuti più tardi, l'Apache prova a rifarsi, andando a pressare Berisha e arrivando a deviare il suo rinvio: il pallone però si perde in fallo laterale.

In avvio di ripresa la Lazio spinge di più, ma la Juve non si scompone e sono anzi i bianconeri a costruire una palla gol per Pogba, che di testa alza sopra la traversa il traversone di Lichtsteiner, imbeccato da Vidal.

La gara è combattuta, è molto fisica, ma ben poco spettacolare. Allegri prova a dare nuova linfa al centrocampo, togliendo Pogba e inserendo Pereyra, mentre Pioli cambia in attacco, con Djordjevic per Klose e il nuovo entrato impegna subito Storari, scattando sul lancio di Parolo e calciando sul portiere in uscita.
Il secondo cambio di Allegri è Matri per Llorente e la mossa sarebbe vincente, se Mazzoleni non segnalasse il fuorigioco quando  l'attaccante arriva a deviare alle spalle di Berisha l'assist di Pirlo.
In pieno recupero ci prova anche Tevez, il cui destro dal limite accarezza la traversa e si perde sul fondo, ma è destino che si debba andare ai supplementari.

Dopo quattro minuti la Lazio va vicinissima al raddoppio: Djordjevic controlla ai venti metri e spara un sinistro violentissimo che sbatte prima sul palo alla sinistra di Storari, poi sul montante opposto, ma non varca mai la linea e la difesa bianconera riesce a liberare.

Le squadre dovrebbero essere stanche, ma in realtà la partita è più vivace ora che nei tempi regolamentari e la Juve risponde immediatamente con il colpo di testa di Matri, servito da Evra. L'inserimento è perfetto, ma la palla si perde sul fondo.

L'esultanza però è rimandata solo di qualche minuto: Pirlo pesca l'attaccante in area con un lancio millimetrico, nell'azione si inserisce Tevez, il cui tiro vine stoppato, ma Matri è rimasto in zona e piazza un destro che Berisha riesce solo a toccare.

Ora c'è da stringere i denti, perché la Lazio si butta in avanti alla ricerca del pareggio, ma si può anche colpire in contropiede, specie quando Tevez decide di mettere il turbo, farsi cinquanta metri in volata e andare a guadagnare una punizione che permette a Pirlo di spaventare Berisha.

L'Apache è l'emblema di questa Juve: lotta come un leone, recupera, difende palla, non molla un centimetro, va ancora a concludere quando mancano due minuti alla fine. La sua grinta, la sua fame sono le stessa dei compagni, mai sazi di vincere. Sono le stessa dei tifosi, che quando Orsato fischia la fine impazziscono di gioia per la Decima, ma già cantano “Ce ne andiamo a Berlino”...

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